"E l’Erebor c’è! Sono così entusiasta di aver scalato questa importante via italiana ad Arco, che ad ora è la salita più difficile ed impegnativa che ho realizzato! Nel complesso è stata un’esperienza indimenticabile, resa ancor più speciale grazie al fatto di averla potuta condividere per gran parte del tempo con i miei compagni Gabriele Moroni e Luca Bana, che ringrazio tantissimo per il supporto e l’energia trasmessa.
Non capita spesso di tentare una delle vie più difficili in circolazione con altri arrampicatori, soprattutto cari amici! Non è una cosa da dare tanto per scontata. Per fortuna è stato un processo aperto a tutti, in cui ognuno ha sostenuto gli altri condividendo opinioni e suggerimenti per apportare piccoli miglioramenti e superare le molte difficoltà. Ho sempre trovato forte ispirazione osservando Gabry e Luca approcciarsi alla via! E non vedo l'ora di fare il tifo per le loro prossime imprese e magari provare qualcosa insieme a questo livello prossimamente.
La parte più difficile è stata sicuramente quella di mantenere alta la motivazione tra una sessione e l’altra, perché l’intervallo di tempo era almeno di una settimana, e il più delle volte i progressi erano molto lenti. Ma a meno che non si rimanga bloccati dalla ripetitività delle azioni, a volte la modalità “weekend warrior” ha i suoi vantaggi. In questa occasione, mi ha dato sicuramente il tempo di trovare un migliore approccio analizzando ogni minimo dettaglio, in modo da poter lavorare sui miei punti deboli durante l’allenamento di routine e arrivare più preparato alla sessione successiva.
Siccome con questa salita stavo sfidando il mio vero limite, dopo ogni sessione mi dicevo sempre che ogni minimo miglioramento andava bene per continuare. Alla fine ha prevalso la voglia di essere sempre in falesia e di dare il 100%! Questo tipo di via si presta ad una rapida progressione iniziale, perché non necessita di movimenti molto difficili. Ma al contempo essendo incredibilmente ostica fin dal principio, la vera difficoltà sta nel collegare ogni tratto. Ogni piccolo errore in un movimento può ostacolare il successo nel successivo. In effetti sono riuscito a scalarla in due parti già dopo poco tempo, ma spostare il punto più alto sempre più in su è stato estremamente impegnativo. Dopo essere caduto sull'ultima parte tecnica lo scorso fine settimana, pensavo di aver esaurito il tempo per questa stagione, ma fortunatamente mi sbagliavo!
Domenica scorsa è scattato tutto, quindi grazie a Alexander Megos per il tifo e per avermi ripreso!
Grazie a Stefano Ghisolfi per aver spittato per primo la via e per aver creato questo grande test di resistenza. Infine, ma non meno importante, ringrazio TUTTE le persone che ho incontrato e che sono state direttamente o indirettamente parte fondamentale di questo capitolo."
Fonte: canale Instagram di Stefano Carnati