È stata un’altra di quelle serate da ricordare quella di giovedì 8 maggio con l’alpinista spagnolo Alberto Iñurrategi, ospite del ciclo “A tu per tu con i grandi dello sport” che si è svolto nel negozio di Bevera di Sirtori.
Prima della serata, è stata ospitata una breve presentazione di "Sopra di me la Grigna", il festival di musica e teatro che animerà i rifugi delle Grigne da giugno ad agosto. L’iniziativa, promossa dall’associazione di promozione sociale WOW e sostenuta anche da DF Sport Specialist, unisce arte e montagna in un’esperienza unica con un palinsesto di nove appuntamenti da non perdere.
“Siamo alla 299ª serata A tu per tu con i grandi dello sport . Questa sera ci aspetta sicuramente un altro incontro ricco di emozioni”. Così ha esordito Giuseppe Zamboni prima di invitare l’alpinista spagnolo a salire sul palco, insieme a Giovanni Sanelli di Ternua.

Classe 1968, Iñurrategi a 33 anni completa tutti i quattordici Ottomila, diventando l’alpinista più giovane e il quarto al mondo. Li scala tutti in stile alpino, quindi senza il supporto di sherpa, ossigeno e con un equipaggiamento leggero. È l’unico alpinista ad aver scalato l’intero gruppo del Gasherbrum; ha aperto una nuova via sul K2.
A 18 anni, dopo una breve parentesi sportiva calcistica, Iñurrategi si è avvicinato al mondo della montagna con l’arrampicata. A soli 22 anni ha conquistato il suo primo 8000, il Makalu, insieme a suo fratello Felix, compagno di cordata dei primi dodici ottomila e deceduto nel 2000 durante la discesa dal Gasherbrum II.
La serata con l’alpinista spagnolo Alberto Iñurrategi è stata organizzata in collaborazione con il brand Ternua, di cui è Ambassador sin dal 1993, anno di nascita del marchio. Fin dagli esordi, Iñurrategi ha instaurato con Ternua un rapporto profondo e quasi familiare, contribuendo attivamente allo sviluppo dei prodotti. Le sue esperienze in spedizioni estreme hanno fornito preziosi feedback per la progettazione di capi tecnici ad alte prestazioni.
Curioso il titolo della serata: “Elogio del fallimento”. Perché un alpinista dovrebbe essere contento quando fallisce, quando non raggiunge la cima?
Viviamo in una società estremamente competitiva, dove si celebra il successo, si insegna che bisogna sempre vincere e che ogni errore rappresenta una sconfitta. Tuttavia, questa visione ignora un aspetto fondamentale del percorso umano: il fallimento. Fallire non è solo inevitabile, ma è anche essenziale. È proprio nei momenti di difficoltà che si sviluppano resilienza, consapevolezza e capacità di migliorarsi. Il fallimento, se accolto con la giusta mentalità, diventa un'opportunità preziosa per crescere, imparare e costruire un futuro più autentico e solido.
Ho sentito molto la pressione degli Ottomila. Dopo aver scalato i primi, ho cominciato a contare quanti me ne mancavano… Ma è un errore inseguire l’idea che si debba arrivare sempre in cima. È una visione distorta, figlia di un mondo in cui anche la montagna diventa competizione. In realtà, ciò che conta davvero è il percorso per arrivarci e, quando serve, avere il coraggio di fermarsi o tornare indietro.
Per Alberto Iñurrategi, saper accogliere il fallimento è fondamentale. Non deve essere vissuto come una sconfitta definitiva, ma come una tappa naturale del cammino, un momento prezioso in cui fermarsi, riflettere e imparare. Ogni insuccesso, secondo lui, racchiude un’opportunità: per crescere, per mettersi in discussione, per diventare più consapevoli dei propri limiti e, proprio attraverso questi, evolvere come alpinista e come persona.
Iñurrategi ha ricordato l’importanza di dare valore anche ai passi falsi, perché è da lì che nasce la vera esperienza.
Cos’è il fallimento? Quando si fallisce? Come posso ridurre un ideale a uno spazio così limitato come la vetta? La vetta non è altro che una delle possibilità. Ciò che è davvero essenziale è il cammino: come ci avviciniamo, come lo affrontiamo, come scendiamo e come lo raccontiamo. Una persona intelligente supera il fallimento.

Con queste parole, e attraverso il commento di una serie di foto delle sue scalate, Alberto Iñurrategi ha raccontato la sua idea di alpinismo, forse un po’ fuori dal coro ma decisamente autentica.
La serata si è chiusa con la consueta consegna della piccozza d’oro, seguita dalle foto ufficiali sul palco insieme ad alcuni nomi di spicco dell’alpinismo, tra cui Mario Panzeri e Valerio Annovazzi presenti all’evento.