Non poteva esserci un titolo più azzeccato per la serata di François Cazzanelli, alpinista e guida alpina, ospite giovedì 21 settembre, nel punto vendita di Brescia, dove ha incontrato e raccontato il significato del suo impegno nell’alpinismo.
Tanti gli appassionati accorsi per partecipare alla serata con i quali François si è intrattenuto poi a lungo, al termine della sua conferenza, per continuare a chiacchierare di montagna, la sua grande passione, la sua vita.
Tra il pubblico anche Luca Schiera, alpinista, Presidente dei Ragni di Lecco e nostro testimonial, al quale siamo grati per averci suggerito l’idea di una serata con François.
Alpinista e guida alpina, dal 2012, François Cazzanelli, nato ad Aosta e cresciuto a Cervinia, è l’uomo del Cervino, la montagna di casa, che l’alpinista valdostano ha scalato ben 100 volte, lungo diciassette vie diverse, della cui esistenza pochi sono a conoscenza.
Sul Cervino, Cazzanelli ha aperto nuove vie, come quella, a soli 19 anni nel 2009 insieme a Emrik Favre, e la via “Diretta allo scudo”, aperta nel 2018, sempre assieme a Favre e altri compagni di scalata.
Dal massiccio del Monte Bianco al Pakistan: Cazzanelli ha aperto la serata con la proiezione del film “The Noire”, dedicato all’impresa alpinistica realizzata lo scorso febbraio, quando ha aperto la via Couloir Isaïe sulla parete ovest dell'Aiguille Noire du Peuterey sul massiccio del Monte Bianco, insieme ad Emrik Favre e Stefano Stradelli.
Dall’Italia, la narrazione di Cazzanelli ha cambiato poi orizzonte, per arrivare, nella seconda parte della serata, al racconto della recente spedizione sull’Ogre in Pakistan con Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer.
Perché l’arte di mettersi in gioco?
“Sarà il filo conduttore della serata - racconta François - perché nell’alpinismo, come nella vita, ci si mette sempre in gioco, e ci si confronta con cose che non conosciamo. Nell’alpinismo ci ricordiamo più spesso i momenti belli ma sono i momenti difficili che ci fanno apprezzare la bellezza della conquista, i risultati ottenuti e le emozioni vissute.
L'Aiguille Noire du Peuterey è la montagna simbolo del Monte Bianco e mi sono sempre chiesto se c’era spazio per aprire una via nuova, diversa, sulla parete ovest: ho trovato una linea, ho convinto due cari amici, quasi fratelli, Emrik Favre e Stefano Stradelli, e siamo partiti verso un’avventura unica e particolare, il cui successo è stato possibile grazie allo spirito della cordata, alla nostra capacità di essere uniti nelle difficoltà. Proprio come fratelli.
L’aspetto umano e l’importanza di fare squadra e di sostenersi, sempre, è un valore importante per François che emerge più volte nel corso della serata.
“Quando vado in montagna cerco momenti di felicità, di appagamento perché sono in sintonia con l’ambiente, con chi mi sta a fianco e, che con me, condivide queste emozioni.”
Le esperienze in montagna, ha raccontato François, passano anche però da momenti scuri, rappresentati dalla sofferenza, dalla difficoltà di alcuni passaggi in parete, dal freddo – come quello intenso e pungente durante la scalata dell'Aiguille Noire du Peuterey. Momenti bui che fanno sì che poi il bianco, che è rappresentato dalla realizzazione di un sogno, dall’apertura di una nuova via, sia ancora più bello e appagante.
“Senza la sofferenza non ci sarebbe il risultato ma senza il risultato non saremmo disposti a soffrire. Questo scambio di momenti e situazioni ci accompagna nella vita di tutti i giorni e in montagna è ancora più evidente – racconta François”.
Dall’Italia il racconto di Cazzanelli si è spostato poi al Pakistan, con la spedizione con Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer, dove hanno tentato, senza successo causa meteo, la salita del pilastro est dell’Ogre, montagna di 7280 metri.
“L’Ogre è il 7000 impossibile di Doug Scott e Chris Bonington, una montagna stupenda, bellissima. Volevamo scalare il pilastro della cima est di questa affascinante montagna e aprire una nuova via. Puntavamo molto in alto, non siamo riusciti a coronare il nostro sogno ma sono contento perché ci siamo messi in gioco”.
La serata, organizzata in collaborazione con Grivel, si è conclusa con la tradizionale consegna della piccozza d’oro dalle mani di Sergio Longoni a François Cazzanelli, protagonista di una serata di emozioni ad alta quota.
Il tour delle serate “A tu per tu con i grandi dello sport” prosegue a Bevera di Sirtori con l’alpinista Peter Moser, giovedì 5 ottobre.
Vi aspettiamo!