La Lavaredo Ultra Trail si presenta come "il sogno di tutti i trail runner". Questa affermazione effettivamente ha trovato conferma nella grande partecipazione di questa 16ª edizione con circa 5700 atleti iscritti, venuti da tutto il mondo per partecipare ad una delle 5 run nello spettacolare scenario delle Dolomiti, che tra qualche anno troveremo protagonista delle Olimpiadi invernali.
Le gare
Nei giorni scorsi abbiamo seguito a distanza le gare a cui hanno partecipato i nostri ambassador che fanno parte del running team nazionale italiano di The North Face.
Rebecca Odolini ha partecipato venerdì 23 giugno alla Lavaredo 50K: un tracciato ad anello sulle montagne intorno a Cortina, che è punto di partenza e di arrivo. Partita alle 8 di mattina, Rebecca dopo aver affrontato i 2600 metri di dislivello positivo è arrivata al traguardo in 7 h 41' 41".
Roberto Bernardi invece il giorno dopo ha preso parte alla Lavaredo 80K, conosciuta come l’unica gara che ogni anno parte da un paese diverso, concludendosi sempre nel cuore di Cortina. È partito quindi alle 7 di sabato mattina da San Vito Cadore e dopo 4600 metri di dislivello positivo è arrivato a tagliare il traguardo in 14 h 29' 33".
Abbiamo parlato con entrambi per raccogliere la loro testimonianza delle 2 differenti gare.
Rebecca Odolini
Rebecca si è sempre dedicata allo sport, iniziando da piccola con atletica ed arrampicata e passando poi alla corsa ed al trekking in montagna. Nel 2021 comincia a correre le prima gare di trail e ultra trail e da settembre di quell’anno si allena con un preparatore per questo tipo di gare.
Per Rebecca la gara disputata a Lavaredo da 50 km è la distanza maggiore mai affrontata, e per prepararsi nell’ultimo mese ha partecipato a gare da 44 e 48 km.
Hai trovato una bella giornatina venerdì!
Ci sono arrivata preparata, questa è la quarta gara che faccio e la quarta in cui piove! Ma ero abbastanza tranquilla perché il terreno delle Dolomiti lo conosco molto bene, non è tecnico, a differenza invece della Ledro Trail a cui ho partecipato a maggio, in cui diluviava e c’era un sacco di fango. Qui alla Lavaredo ho trovato fango solo gli ultimi 15 km, ma non ero mai da sola a percorrerli. Non dico che è stato facile arrivare al traguardo, ma l’ambiente ha aiutato molto.
Quale è stato il punto più faticoso?
È stato all’inizio, ci sono stati 2-3 tornanti in salita nel bosco, e faceva molto caldo. Ho pensato “Se è tutta così AIUTO!”. E poi gli ultimi 9 km in discesa, dritto per dritto, col fango.
Invece il più bello?
Per me la Val Travenanzes dall’11° al 19° chilometro circa, è una valle molto lunga e bella, e ho apprezzato anche dopo il Passo Giau fino al Croda da Lago.
Bilancio di questa prima esperienza alla Lavaredo?
Da anni conosco l’ambiente, mio padre fece la prima edizione della Lavaredo anni fa. Ho sempre visto la partenza dalla parte degli spettatori, ma l’emozione di prendere parte alla gara è ancora più forte. A differenza di altre gare, non c’è mai stato un momento in cui ho pensato di ritirarmi. E nonostante la pioggia, sia a Col Gallina che a Passo Giau c’era gente a fare il tifo, e questo ha aiutato molto.
La rifarei. E prima o poi farò anche la 120.
Roberto Bernardi
Roberto arriva dal mondo triathlon e dalle Iron Man, da circa 3 anni ha iniziato a correre in montagna. Fino ad ora aveva partecipato a diverse gare da 50 km, con la Lavaredo si è spinto oltre questo limite per la prima volta, portando a casa gli 80 km del percorso.
Come è andata sabato?
Non avevo mai percorso così tanti chilometri di fila, all’inizio sembrano interminabili, anche una volta arrivato a metà strada. Poi qualcosa si è sbloccato, hai voglia di chiudere il cerchio, e alla fine sono arrivato al traguardo ancora gasato. Sarei andato avanti a correre!
Quale è stato il punto più faticoso?
Il Passo Giau, è stato sicuramente il punto più faticoso del percorso. Ma anche il più bello.
Bilancio di questa prima Ultra Trail da 80 km?
È stata un’esperienza surreale, bellissima. Montagne, cascate, laghetti da togliere il fiato, il paesaggio è stato quasi una fonte di distrazione durante la gara! Il giorno prima ha piovuto e faceva anche molto freddo. Sabato invece è stata una bella giornata, con una temperatura piacevole, sono riuscito ad arrivare al traguardo verso le 21 senza montare la luce frontale, e io prevedevo di arrivare prima di mezzanotte!
Ho partecipato a diversi Iron Man, ma correre in montagna è tutto un altro pianeta. Più spronante e più faticoso, ma una soddisfazione che può regalare solo lo stare a contatto con la natura.
La rifarei domani.
Il lungo week-end di The North Face
Giovedì e venerdì è stato possibile per i 10000 tifosi e gli oltre 5000 partecipanti visitare l’area expo allestita con i più importanti marchi del settore e organizzazioni di gare, dove era presente anche il booth di The North Face, che non si è limitato solo a mostrare i propri prodotti in fiera.
Infatti sabato ha accompagnato 41 partecipanti al running test delle Summit Series VECTIV™ Pro e Summit Series VECTIV™ Sky. Dopo un breve briefing in negozio, il National Athlete Team di The North Face ha accompagnato i runner in una corsa di 12 km sui sentieri intorno a Cortina.
The North Face infine ha organizzato per i propri ambassador una speciale university session insieme ai membri del team nazionale italiano, tra cui il nostro Gigi Gianola, e con Giulia Pol, Campionessa italiana di skyrace, membro del Development team di The North Face Europe. Al rifugio è stato allestito un apposito camp per aggiornare tutti sulle ultime novità dei prodotti. La formazione non è stata solo teorica, l’Academy si è chiusa in bellezza con una sessione di trail running nello splendido contesto delle Dolomiti.