"A tu per tu con i grandi dello sport": Federica Mingolla e Silvia Loreggian

"A tu per tu con i grandi dello sport": Federica Mingolla e Silvia Loreggian

Due storie, stessa passione: l’arrampicata Federica Mingola e Silvia Loreggian protagoniste sul palco di Bevera di Sirtori
Hyrox: la sfida che trasformerà il tuo modo di allenarti Lettura "A tu per tu con i grandi dello sport": Federica Mingolla e Silvia Loreggian 4 minuti Prossimo Le classifiche della 14ª Staffetta Comolli

La serata del 9 ottobre del ciclo “A tu per tu con i grandi dello sport”, che si è svolta a Bevera di Sirtori, è iniziata con un saluto speciale e un sentito ringraziamento da parte di Sergio Longoni a tutti i presenti.
È un onore poter condividere questo momento con un pubblico così attento e appassionato alle nostre serate e ringrazio le nostre due ospiti di questa sera, Federica Mingolla e Silvia Loreggian.”

Le due talentuose alpiniste e arrampicatrici, atlete del team La Sportiva, hanno condiviso le loro esperienze davanti a un pubblico numeroso di appassionati, tra i quali erano presenti anche gli alpinisti Luca Schiera e Matteo De Zaiacomo, presidente dei Ragni di Lecco.

La serata non è stata un semplice racconto di imprese e vette conquistate, ma un vero e proprio viaggio attraverso la forte passione per la montagna che accomuna le due atlete, che hanno condiviso esperienze, emozioni e ricordi.
Due storie parallele, raccontate singolarmente prima da Silvia Loreggian e poi da Federica Mingolla, per confluire poi nel momento finale della serata che le ha riportate insieme alla spedizione sul K2 del 2024.

“La mia passione nasce dai miei nonni, grandi appassionati di montagna. È grazie alla mia famiglia che ho imparato a praticare sci alpinismo: è stato il primo modo per tracciare in autonomia la mia linea nella neve. Tutto è cominciato così, con gli sci sulle spalle e il desiderio di esplorare. Poi è arrivato l’alpinismo e la scoperta dell’arrampicata su roccia. Le Dolomiti, facilmente raggiungibili da Padova, dove vivevo, sono diventate il mio terreno di gioco preferito. Per me sono le montagne più belle del mondo: un luogo dove la roccia e il silenzio si fondono in un’armonia perfetta. Arrampicare lì è un’esperienza totale. Amo il gesto tecnico, la precisione dei movimenti, le sensazioni sui polpastrelli. Quando scalo, mi perdo: tutto il resto svanisce e rimango completamente presente, immersa nel momento.”

Da quella passione, è nata poi, in Silvia Loreggian, anche la voglia di viaggiare, alla ricerca di nuove pareti e nuovi orizzonti in giro per il mondo, inseguendo lo stesso spirito di libertà che l’ha accompagnata fin dagli inizi.

“Quest’estate, il desiderio di tornare alle origini, alle montagne di casa, ha dato vita al progetto South 6 con l’amica Aurélia Lanoë, guida alpina come me.”

Il progetto le ha viste attraversare in bicicletta l’intero arco alpino, da Ventimiglia a Monfalcone, con un obiettivo preciso: scalare sei grandi pareti sud lungo il percorso.
Un viaggio lento, sostenibile e profondamente autentico, che ha unito la fatica della pedalata alla passione per l’alpinismo, trasformando ogni tappa in un momento di scoperta e connessione con l’ambiente.

“Mi ritengo più un’arrampicatrice che un’alpinista” – così ha esordito Federica Mingolla quando è salita sul palco.
“Sono cresciuta in città, a Torino, e fin da bambina sentivo un forte desiderio di fuga. Ho provato molti sport, ma è stato l’incontro con l’arrampicata a cambiarmi la vita.
Le mie spedizioni nascono dal desiderio di scoprire nuove pareti. 
Ho seguito le salite di Rolando Larcher, e, recentemente, con lui e il figlio Alessandro ho condiviso una straordinaria spedizione in Turchia, nelle montagne dell’Aladağlar. Per me, quella cordata da tre è stata una novità assoluta.
Durante la salita, una scarica di sassi mi ha colpita alla testa e al ginocchio: è stato un momento difficile. Ma dopo qualche giorno di riposo, siamo tornati sulla parete e abbiamo completato la via. Aprirla insieme è stata un’esperienza indimenticabile, la condivisione autentica di una passione, accompagnata da una leggerezza e una serenità ormai rare da trovare.
Abbiamo chiamato quella via “Close to Heaven”. L’arrampicata, in fondo, ci porta vicino al paradiso. Dopo l’incidente, quel nome ha assunto per me un significato ancora più profondo.”

La serata si è conclusa con il racconto della spedizione al K2, organizzata dal CAI per celebrare il 70° anniversario della prima scalata italiana, che le ha viste protagoniste insieme ad altre sei alpiniste pakistane ed italiane.

Entrambe sono state chiamate da Agostino Da Polenza. 
La preparazione fisica delle due alpiniste era adeguata, ma le reazioni del corpo all’altitudine si sono scoperte solo sul posto.
La rinuncia alla vetta, dovuta a tempi stretti e ad un acclimatamento insufficiente, ha rappresentato un momento di profonda riflessione, trasformando la spedizione in un’esperienza intensamente introspettiva che ha consolidato l’amicizia tra le due atlete.

La serata è stata organizzata in collaborazione con La Sportiva.